Panarea
Da S.Pietro a Punta del Corvo
Uliveti abbandonati, terrazzamenti e muri a secco circondano per un lungo tratto il sentiero in pietra, narrandoci di un’antica storia contadina di Panarea, oggi dimenticata sotto una coltre di vanità mondane e banalità ferragostane. Questi coltivi sono stati ormai colonizzati da una folta macchia a cisto di Montpellier (Cistus monspeliensis) che ricopre il versante orientale dell’isola fino alla parte sommitale. Da Punta del Corvo (420 m s.l.m.) si procede verso Nord, scendendo in direzione di Castello di Salvamento e dominando la falesia formatasi a seguito del crollo di una porzione dell’apparato di Panarea. Le rupi di questo versante ospitano una flora di interesse straordinario, che comprende specie esclusive dell’arcipelago o della Sicilia, come la rarissima silene di Panarea (Silene hicesiae), l’iberide florida (Iberis semperflorens), la finocchiella di Boccone (Seseli bocconi), il garofano delle rupi (Dianthus rupicola ssp. aeolicus) e il fiordaliso delle Eolie (Centaurea aeolica). Notevoli anche le possibilità per il birdwatching: oltre a una colonia di falco della regina (Falco eleonorae), presente da giugno a ottobre, è possibile osservare numerose specie di uccelli durante il passo migratorio primaverile e autunnale.
Durata: 3 h
Difficoltà: media
Da S.Pietro al Castello e a Piana Milazzese
Dal ripido sentiero della Capperaia, alle spalle della chiesa di S.Pietro, ci si inoltra a mezza costa lungo il versante sud-orientale dell’isola, attraversando il fitto cisteto e la macchia termofila a lentisco (Pistacia lentiscus) ed euforbia arborescente (Euphorbia arborea) e passando a monte rispetto al Castello, un imponente “duomo” dacitico, per scendere verso Piana Milazzese costeggiando un vallone interamente terrazzato. Dalla Piana si può proseguire alla volta del villaggio di Punta Milazzese, un insediamento dell’Età del Bronzo del quale sono state riportate alla luce numerose capanne sul promontorio che chiude a Est la baia di Calajunco; in alternativa, si ritorna verso l’abitato, attraversando la spiaggia di Cala degli Zimmari, sui cui depositi retrodunali si osservano all’inizio della primavera interessanti formazioni vegetali effimere.
Durata: 2 h 30’
Difficoltà: media